Per Ca’ Cornera, stazione di sosta nel delta del Po / Giugno 2023


La mia ricerca di immagini metamorfiche, in continua trasformazione, trova un paradossale approdo in un reale luogo geografico: le terre del Delta del Po.

Venire a conoscenza che l’area della provincia di Rovigo è una superficie costantemente da rimappare perché soggetta a periodica espansione (causata da detriti trasportati dal fiume) mi appare come la reificazione – la prova provata! – di un pensiero poetico relativo alle forme che ci circondano. Si tratta di un luogo sorprendente a identità ossimorica, presente-assente al tempo stesso, già compiuta realizzazione di un concetto d’arte. Come rapportarmi dunque ad esso? Pleonastica ogni interpretazione. Mi limito a registrarlo fedelmente, oggettivamente senza aggiungere altro? Mi
rassegno ad una visione naturalistica, documentaristica che però produce una tipologia di immagine diversa da quella che mi interessa? Insomma qui è già tutto immersiva opera d’arte e sembra non richiedere nessun ulteriore intervento. La natura si auto concettualizza!

Sono un cane che si morde la coda: la realtà, in assoluta autonomia, occupa lo spazio dell’immaginario!

Cerco allora una smagliatura in questo fantastico reale che mi permetta un dialogo alla pari. Cerco un modo di riportare alla luce proprio il processo misterioso, affascinante, ma non immediatamente percepibile, dell’acquatico Genius loci. Spero di riuscirci con immagini capaci di sintetizzare gli eventi sotterranei del luogo per renderli comunicabili senza tuttavia far perdere loro i contorni sfumati, il senso di labilità che li avvolge. Mi rendo conto che sarebbe tradire queste forme il tentare di esplicitarle manifestamente.

Nascono allora le vibranti porte ‘astigmatiche’ che rivelano impercettibili slittamenti del terreno o che addirittura si capovolgono a sottolineare un’inversione spaziale. “Questa notte hai dormito sotto il livello del mare” mi ha confidato Gianpaolo, l’amico proprietario di Ca’ Cornera, spiegandomi come, a seguito di disinvolte estrazioni di acqua e gas, il terreno fosse sprofondato, appunto, sotto il livello del mare.

Sto divenendo veramente parte integrante dell’ecosistema ed è impossibile non pensare che anch’io sono composto in altissima percentuale di acqua. Alle pareti testimonia questa immedesimazione acquatica Un Po(’) di me, stampa fotografica in cui il bacino idrografico del fiume Po si sovrappone ibridandosi al mio sistema sanguigno. E ancora, Lacrima, grande stampa in cui una mia lacrima defluisce per liquida affinità nelle acque del fiume.

In questo dialogo arte-natura si assiste a una deterritorializzazione che distoglie l’osservatore da banalità retiniche e destabilizza il suo tranquillizzante spazio cartesiano. Quasi simmetrico, ad esempio, propone la proiezione fotografica di una parete del Granaio su quella opposta, metafora di dimensioni variabili sino ad ipotizzare un’estrema coincidenza di muri.

Maggio 2023 Alessio Larocchi

 


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