Dal 2o settembre al 25 ottobre 2025
MAURIZIO GOTTARDI
"Non per ricordare, ma per rivivere"
A cura di
Paolo Gasparetto
"L’arte è soltanto un altro modo di vivere”
Rainer Maria Rilke
Lettere a un giovane poeta
1903 /1908
Rainer Maria Rilke
Lettere a un giovane poeta
1903 /1908
Rilevante al riguardo si può parlare di punto di vista ma con due opzioni. La prima è che un punto di vista non è riducibile a solo a una questione ottica o prospettica, ma comporta, oltre alla vista dei sensi, anche e soprattutto una visione, un’interpretazione di natura intellettuale, appunto una visione del mondo.
La seconda opzione, ed è il caso di Maurizio Gottardi, tutto va riportato direttamente ai processi creativi. Di conseguenza si tratta ora non di un rappresentare il mondo, bensì anche, e simultaneamente di rivivere tutti gli istanti e “quei battiti trascorsi”. E del resto chi è un artista se non qualcuno che, patimento e godimento insieme, non può che vedere il mondo attraverso la sua visione e la sua visione attraverso il mondo?
Delle opere esposte nel “Granaio” di Ca’ Cornera, è proprio la particolare espressione raggiunta dall’artista a colpire di più. Che si tratti sostanzialmente di ricordi seminascosti che si fanno strada come radici del suo contorno terracqueo non vi è dubbio. E non ci sorprende. Sorprende invece come questi affioramenti, istantanee, fotogrammi restituiti da una memoria più o meno volontaria, siano contemplati con accurata partecipazione e insieme con un certo intenso furore che fa pensare al suo “padre” artistico Emilio Vedova.
Maurizio Gottardi non lascia mai che sia il ricordo a farla da padrone. Non è il ricordo, in sostanza, il fine del suo discorso artistico, ma lo è invece il vissuto della vita.
Così è come se ogni opera contenesse insieme un resoconto e un giudizio, una visione. In ogni caso, non vi è mai conformità completa tra l’immagine evocata e il senso ultimo dell’opera.
Del resto, anche dal punto di vista espressivo si concede poco alla gratificazione dell’occhio, all’armonia. L’esecuzione è invece un po’ risoluta, decisa a volte sghemba, come se il punto di vista volesse sempre spostarsi dal punto in cui si trova.
Possiamo azzardare che la loro audacia incurante sviluppa un’inattesa libertà, tanto da coinvolgere anche lo spettatore. Il quale può scegliere a caso un punto di osservazione qualsiasi. Sia che scelga il movimento pittorico o il concetto rappresentato. Arriverà alla stessa conclusione.
Maurizio Gottardi lavora utilizzando gli spazi come “rifugio” di un’esperienza, segni, grafismi, numeri o forme che incitano alla comunicazione. Memorie della memoria. Vite nella vita.
Delle opere esposte nel “Granaio” di Ca’ Cornera, è proprio la particolare espressione raggiunta dall’artista a colpire di più. Che si tratti sostanzialmente di ricordi seminascosti che si fanno strada come radici del suo contorno terracqueo non vi è dubbio. E non ci sorprende. Sorprende invece come questi affioramenti, istantanee, fotogrammi restituiti da una memoria più o meno volontaria, siano contemplati con accurata partecipazione e insieme con un certo intenso furore che fa pensare al suo “padre” artistico Emilio Vedova.
Maurizio Gottardi non lascia mai che sia il ricordo a farla da padrone. Non è il ricordo, in sostanza, il fine del suo discorso artistico, ma lo è invece il vissuto della vita.
Così è come se ogni opera contenesse insieme un resoconto e un giudizio, una visione. In ogni caso, non vi è mai conformità completa tra l’immagine evocata e il senso ultimo dell’opera.
Del resto, anche dal punto di vista espressivo si concede poco alla gratificazione dell’occhio, all’armonia. L’esecuzione è invece un po’ risoluta, decisa a volte sghemba, come se il punto di vista volesse sempre spostarsi dal punto in cui si trova.
Possiamo azzardare che la loro audacia incurante sviluppa un’inattesa libertà, tanto da coinvolgere anche lo spettatore. Il quale può scegliere a caso un punto di osservazione qualsiasi. Sia che scelga il movimento pittorico o il concetto rappresentato. Arriverà alla stessa conclusione.
Maurizio Gottardi lavora utilizzando gli spazi come “rifugio” di un’esperienza, segni, grafismi, numeri o forme che incitano alla comunicazione. Memorie della memoria. Vite nella vita.
| Settembre 2025 | Gianpaolo Gasparetto |
Ca' Cornera, dove il Po si fa cultura
Associazione Culturale
2o settembre – 25 ottobre 2025
Ingresso libero su prenotazione
Cell. 348 7157940 –
Media Partner


