carte segrete
Gustavo Foppiani

Gustavo Foppiani vent'anni dopo: è questa la riflessione da fare.

L'arte ci impone considerazioni e valutazioni continue perchè il tempo è un formidabile fattore di prova. L'opera d'arte deve superare la verifica, si dice che deve "tenere" il rapporto con lo sguardo del dopo, deve essere universale e reggere anche nel rapporto con i luoghi e le diverse culture, insomma deve uscire dalla valutazione contingente relativa al proprio tempo e al proprio spazio geografico. All'inizio degli anni Settanta una galleria di Bologna esponeva le opere davvero singolari di un gruppo di artisti piacentini. Essi proponevano, controcorrente con l'arte del momento, una figurazione fantastica, piena di invenzione e di sospensione. Immagini capaci di catturare l'attenzione dell'osservatore intento a decifrare gli arcani significati del racconto o del gioco: l'enigma racchiuso dentro figure stranianti cariche di pathos e di ironia, lucida e tagliente. Il gruppo piacentino era formato da Gustavo Foppiani, Armodio e dal più giovane Carlo Bertè. Nel tempo si sarebbe definito il valore di questo sodalizio, una vera e propria "scuola di pensiero" ancor prima che di pittura, un'isola a sè nel panorama dell'arte nazionale e, per questa caratteristica stravagante e concentrata di umori e sollecitazioni mentali, destinata a lasciare il segno e a fare proseliti. Il maestro indiscusso del gruppo era ed è anche oggi Foppiani, che scompare prematuramente nel 1986 precedendo la sua uscita di scena con una serie di lavori macabri e ironici allo stesso tempo: proponendo un gioco beffardo con la morte nella tragica consapevolezza di subire la sconfitta finale, ma solo dopo aver giocato una partita coraggiosa e beffarda...

Pochi mesi prima, il 25 marzo 1985, il pittore Fabrizio Clerici gli scrive questo messaggio, dopo aver visitato la sua mostra personale alla Galleria Il Narciso a Roma: Caro Foppiani, hai dato modo a me, centenario, di tornare miracolosamente dodicenne. Guardo e ammiro le visioni angelico-diaboliche con attenzione vivissima. Sono ammirato e te lo dovevo dire. Grazie per queste tue meraviglie.

Le carte segrete scelte per questa mostra sono esempi un po' speciali dell'invenzione continua che Foppiani scatena sul filo del pensiero lucido e visionario, con mille varianti ed eccezioni, sempre oltre la realtà. Sono disegni e acquerelli dipinti su carte notarili antiche, fogli capaci di stimolare la fantasia dell'artista che si insinua nei meandri dei segni e delle campiture di colore come un parassita simbiotico, un po' sadico e un po' scherzoso, inseguendo una speculazione tragica e barocca... Come nelle sacre rappresentazioni del teatro popolare, l'autore è capace di portarci per mano alle considerazioni più normali, a quegli atti della vita come la seduzione, il sesso, l'idea del bene e del male, l'amore, la morte, e allo stesso tempo proporci l'alternativa del confronto con il pensiero alto, con qualche forma del divino (il diavolo), con l'esempio magistrale.

Dalle rive del Po alle sacre sfere.

Le opere di Foppiani sembrano proprio destinate ad abbandonare il mondo di cui trattano per alludere ad un'altra realtà e collocarsi così in un'atemporalità che è propria dell'arte universale.

Ottobre 2006 Laura Gavioli

 


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