portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce
Eugenio Montale

A Ca’ Cornera si può arrivare per via di acqua, di cielo o di terra.
Dall’acqua, attraccando a Porto Levante o Porto Viro, dal cielo atterrando agli aeroporti di Venezia o Bologna e per via terra percorrendo una strada antica – ma oggi larga, veloce e sicura – che agisce da perno e collegamento tra le principali arterie di comunicazione di tutto l’entroterra padano; una strada che ha nome Romea (s.s. 309).

E’ la Romea che ci guida verso Ca’ Cornera, in un itinerario fatto di orizzonti senza confini dove la terra, l’acqua, il cielo e le cose conoscono il segreto della poesia e della bellezza.Quando la Romea si affaccia sul Grande Po (Po di Venezia), nei pressi di Porto Viro, seguiamo la strada che corre sotto l’argine sinistro del fiume in direzione Ca’ Venier.

Qualche chilometro più avanti, superato il piccolo centro di Ca’ Cappellino, incontriamo l’insegna che ci indica una stradina sterrata per arrivare alla nostra “stazione di sosta”. Sul lato destro della carraia ci insegue allegramente una fila di pali telegrafici, fatti di legno, rustici e sottili, tutti contorti, come se ne usava cento anni fa, quasi messi li per gioco.

Al margine dell’orizzonte, verso sinistra, il profilo di una grande casa di campagna pare disegnata con il gusto un po’ ingenuo delle illustrazioni di una fiaba.

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